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LA CIRCOMOTRICITA':
il limite è negli occhi di chi non si diverte!
La salute mentale dei bambini è una delle principali aree di preoccupazione durante gli ultimi anni, fornendo una rottura dalla pressione dei test standardizzati, rivelandosi di vitale importanza dover intervenire. I cervelli dei giovani sono fatti per essere creativi, per muoversi in sincronia con i loro corpi e apprendere nuove abilità. È tempo di divertirsi e sviluppare tutte quelle abilità essenziali di creatività, coordinamento, lavoro di squadra e semplicemente facendo qualcosa di nuovo! Se per sport intendiamo l’insieme delle attività, individuali o collettive, che impegnano e sviluppano determinate capacità psicomotorie, svolte anche a fini ricreativi o salutari, la circomotricità ne fa parte a tutti gli effetti. Le discipline dell’arte circense permettono infatti di sviluppare abilità e competenze specifiche quali, la coordinazione tra occhio e mano, migliorare la concentrazione, l’attenzione e innalzare il livello di autostima. Si tratta di un’attività di molteplici laboratori psicomotori, che accoglie, insieme alle sue spontanee proposte di gioco, ogni bambino nella sua unicità, si prende cura del suo modo di essere, di svilupparsi, di relazionarsi, di considerarsi attraverso il gioco, mettendo in primo piano il più importante dei suoi sistemi comunicativi, il linguaggio corporeo. La pratica del circo è un’attività non agonistica che orienta verso il riconoscimento reciproco, lo scambio, la cooperazione, ma senza mai inibire spinte aggressive, competitive, distruttive, bensì aiutando la trasformazione di questi profili in utili strumenti per il cammino verso l’autonomia e l’autodeterminazione. Giocoleria, equilibrismo, danza aerea, in una versione riadattata alle competenze dei bambini dai 6 ai 14 anni, fondono la dimensione ludica con quella educativa. È proprio nella dimensione del gioco infatti che i bambini hanno la possibilità di vivere esperienze e attività che stimolino la loro crescita. La psicomotricità delle arti circensi, educa il bambino a instaurare un legame corretto con se stesso e con gli altri attraverso un lavoro aerobico coerente e creativo. Oltre al lavoro puramente fisico, l’obiettivo è anche il raggiungimento di valori spirituali come la disponibilità all’impegno e all’aiuto, lo spirito comunitario, la costanza, il coraggio e la concentrazione.
Nella pedagogia della circomotricità alcuni ragazzi rimangono segnati per tutta la vita dagli ostacoli incontrati, altri li usano per smarcarsi e andare oltre. Il raggiungere un obiettivo, il mettere alla prova il proprio limite, il superarlo, il confrontarsi con gli altri, l'ambizione, diventano l’occasione per provare modi di vita alternativi o alternative di vita. Il clima emozionale associato alle cose “fuori dal comune” crea una pregnanza preziosa nei rapporti interpersonali e la necessità di affidarsi all’altro sollecita legami sociali profondi.
Un attività educativa che si può praticare già dall'infanzia
La circomotricità è l’acronimo di una integrazione sociale ottenuta attraverso il gioco praticato in gruppo, in una collettività dove, per la straordinarietà dell’attività stessa, le diverse abilità di ognuno ci rendono “ugualmente disabili” e tutti potenzialmente abili. Il modello pedagogico segue un percorso psico-fisico in cui la psicologia nasce dai meccanismi corporei sostenuti sempre dalle funzioni immaginative dell’ ”io”; i muscoli, il corpo e la percezione sensoriale acquistano così un’importanza fondamentale nei processi cognitivi e nella formazione; per cui tutte le informazioni sensoriali del corpo raggiungono i diversi centri del sistema non verbale e la corteccia cerebrale e si trasformano in rappresentazioni mentali centrali di eventi corporei che l’io coordina e modula: è qui che c’è il salto dalla fisiologia (muscolo) alla psicologia (gesto, azione). Rientrano in tale categoria i bambini con disabilità; i bambini con funzionamento intellettivo limite; i bambini con disturbi evolutivi specifici (DSA, ADHD, deficit del linguaggio, delle aree non verbali, della coordinazione motoria, autismo); i bambini con svantaggio linguistico, culturale e socio-economico.
La pratica del circo è un’attività non agonistica che orienta verso il riconoscimento reciproco, lo scambio, la cooperazione. Giocoleria, equilibrismo, danza aerea, in una versione riadattata alle competenze dei bambini nella specifica fascia d’età in cui si trovano, fondono la dimensione ludica con quella educativa. È proprio nella dimensione del gioco infatti che i bambini hanno la possibilità di vivere esperienze e attività che stimolino la loro crescita. La psicomotricità delle arti circensi, educa il bambino a instaurare un legame corretto con se stesso e con gli altri attraverso un lavoro aerobico coerente e creativo. Oltre al lavoro puramente fisico, l’obiettivo è anche il raggiungimento di valori spirituali come la disponibilità all’impegno e all’aiuto, lo spirito comunitario, la costanza, il coraggio e la concentrazione.
Il progetto, attraverso una serie di attività mirate e graduate, ha l’obiettivo di intervenire sia sulle emozioni attraverso il gioco, il movimento e l’espressività corporea, aumentando l’autostima e l’autoefficacia, valorizzando le proprie potenzialità e punti di forza; sia su alcune difficoltà dell'area motoria come l’armonia dei movimenti e della tonicità in presenza di ipotono e di ipertono (scarsa o eccessiva tensione muscolare), lo sviluppo di specifiche abilità prassiche, come la coordinazione generale, la coordinazione segmentaria e oculo-manuale, l’equilibrio, la lateralizzazione, la discriminazione dello spazio, del tempo e dello spazio-tempo e infine del proprio schema corporeo (abilità fondamentali per supportare lo sviluppo psicofisico e cognitivo negli apprendimenti scolastici ,come possibilità di prevenzione e trattamento nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, come interventi per la Sindrome da deficit di Attenzione e Iperattività e per tutti i Bisogni Educativi Speciali).
Inoltre si agisce anche su alcuni aspetti riguardanti l’interiorizzazione di concetti spazio-temporali, i tempi attentivi e l’elaborazione dei dati percettivi.
La Circomotricità agisce proprio sui bisogni e necessità della persona intervenendo sulle funzioni del Sistema Nervoso Centrale, attivando circuiti neuronali capaci di risvegliare nuove capacità attentive e di apprendimento. Nei bambini con BES si possono incontrare spesso situazioni in cui il bambino venga messo continuamente davanti al suo limite, senza ricevere adeguati e reali strumenti per superarlo, così da far diventare l’attività in cui è carente un vero e proprio incubo. Intervenire tramite il corpo e il movimento, favorendo la positività dell'esperienza, può offrire al bambino l'opportunità di sviluppare competenze necessarie agli apprendimenti scolastici, oltre a trasformare il senso di inefficacia in efficacia e spinta motivazionale. E' fondamentale intervenire tempestivamente sia per favorire un sano sviluppo del bambino, sia per prevenire gravi disagi conseguenti alle difficoltà collegate, come scarsa motivazione, senso di inefficacia e perdita dell'interesse.
I laboratori sono strutturati in modalità ludico-educativa e sono condotti da educatrici professionali e operatori di circo sociale.
OBIETTIVI
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Accogliere gruppi all'interno del tendone da circo per lavorare in spazi idonei e confortevoli: un contesto adeguato è un elemento fortemente presente nell'immaginario collettivo che, con le proprie caratteristiche, fornisce sul piano socio-culturale spunti di partenza per un lavoro in ambito di sviluppo delle abilità sociali e delle competenze di cittadinanza attiva;
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Organizzare attività di condivisione e diffusione della Circomotricità con il supporto di operatori sociali, psicologi e neuropsichiatri;
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Supportare la creazione di reti di lavoro tra i soggetti del territorio grazie alla messa a disposizione di uno spazio e alla pratica della Circomotricità rivolta alle comunità di minori che accolgono bambini e bambine con problematiche sociali ;